Илья Члаки

QUADRETTI DALLA PROVINCIA


(Картинки из провинции)

 

Traduzione dal russo di Anastasia Veneziano



Primo quadretto

AL CHIOSCO


Personaggi:
Uomo – circa 25 anni
Donna – circa 33 anni


Vento estivo. Chiosco.
 
Uomo.    Salve.
Donna.    Perché sei venuto? Quante volte ti ho pregato di non venire… Non voglio, lo sai.
Uomo.    Sono qui per le sigarette… Voglio comprare le sigarette.
Donna.    Prendile e va’ via.
Uomo.    Dove?
Donna.    Questi sono affari tuoi.
Uomo.    Per questo sono qui.
Donna.    Mi impedisci di lavorare.
Uomo.    Non c’è nessuno, nemmeno un’anima, solo tu ed io.
Donna.    Johann…
Uomo.    Guarda, cosa ti ho portato…

L’uomo le porge un pacco.

Donna.    Cos’ è questo?
Uomo.    Guarda.
Donna.    Non voglio nessun regalo.
Uomo.    Aprilo.

La donna apre il pacco

Donna.    Che cos’è questo?
Uomo.    Un giocattolo di Natale.
Donna.    Ora è estate.
Uomo.    Non ti ricorda nulla?
Donna.    Riportalo verso l’inverno.
Uomo.    Katrin…
Donna.    Non voglio che mi ricordi qualcosa, capisci, non voglio! Ne ho paura…
Uomo.    Perché? Eppure siamo stati bene… Ci siamo divertiti. Non ho mai festeggiato il Natale in un modo così bello. Ricordi, come provavamo a ballare il tango? Né tu, né io avevamo la minima idea di come si dovesse ballare. Cademmo a terra mentre provavamo e su di noi crollò l’abete di Natale. Ricordi? Ridemmo così tanto, non riuscivamo a calmarci. Distesi a terra e, accanto a noi, l’abete. E un mucchio di frammenti colorati sul pavimento. Non era rimasto nemmeno un giocattolo, tutti andati in frantumi. Solo questo… L’ho conservato in memoria di quel Natale, del miglior Natale della mia vita.
Donna.    Cosa vuoi da me Johann?! Non posso… forse non lo capisci?
Uomo.    Anch’io non ce la faccio.. così.
Donna.    Benissimo, allora non ne parliamo mai più. Va’ a casa. Prendi il giocattolo e vai…
Uomo.    Appartiene a te.
Donna.    Lo farò a pezzi!
Uomo.    Puoi farne ciò che vuoi. Del passato, di ciò che è stato a Natale, tanto non cambierebbe molto.
Donna.    Ma non c’è stato nulla, nulla!
Uomo.    Eppure tu sai che non è così.
Donna.    E’ accaduto tutto per caso!.. Io stessa non so nemmeno come!.. Tutti commettono degli errori.
Uomo.    Quindi hai deciso che è stato un errore?
Donna.    Per piacere, dimentica, semplicemente dimentica, come se non fosse mai accaduto nulla.
Uomo.    Katrin…
Donna.    Ma, capirai che meraviglia! Siamo andati a letto!
Uomo.    Non “siamo andati a letto”.
Donna.    Non è importante tutto ciò!..
Uomo.    Lo è, perché da quel giorno la nostra vita è cambiata.
Donna.    La tua. La mia – per niente.
Uomo.    La nostra.
Donna.    Nella mia vita, grazie a Dio, è tutto come prima: marito, bambino, lavoro, casa…
Uomo.    E io.
Donna.    Tu non ci sei nella mia vita, Johann.
Uomo.    Katrin…
Donna.    E non ci sarai.
Uomo.    Anche se io andassi in un’altra città, non smetteremo di pensarci. Non riesco a pensare a nient’altro che a te.

Piccola pausa

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Quadretto secondo


IL CENTRALINO


Personaggi:
Ragazzo
Ragazza


Voce del Ragazzo appena percettibile.

Ragazzo.    Hallò, Hallò…

Segreteria telefonica


Ragazzo.    Molto interessante. Su, signorina, più veloce. Testa vuota insensibile! Ascolta, mi hai scocciato…

Canta una canzone con voce non del tutto naturale.


La segreteria si ferma, si sente una voce femminile.

Ragazza.    Centralino informazioni, sono lieta di aiutarla…

Il ragazzoi non la sente, continua a cantare.

Ragazza.    Hallò… Vuole cantare o chiedere informazioni?
Ragazzo.    In genere sono stonato e non ho nemmeno voce, ma, se è d’accordo ad ascoltarmi, prego, canterò.
Ragazza.    Addio.
Ragazzo.    Pardon. Mi scusi. Ho una domanda. Mi sente?
Ragazza.    Sì, la sento.
Ragazzo.    Come sta?
Ragazza.    La sua domanda?
Ragazzo.    E’ la mia domanda.
Ragazza.    Non ho capito.
Ragazzo.    Come va la sua vita?
Ragazza.    Questo è un servizio informazioni delle ferrovie, non una chat line.
Ragazzo.    Scherzavo. Signorina, aspetti, adesso le chiedo, le chiedo… Ad esempio, a che ora arriva il treno… da Berlino?
Ragazza.    Diretto dove?
Ragazzo.    Uhm… ad Hannover.
Ragazza.    Un attimo.
Giovane.    Certamente. Sono pronto ad aspettare tutta la vita, visto che l’è piaciuta così tanto la mia canzone. Cerchi senza fretta, io canto qualcos’altro nel frattempo. Cosa ne pensa?...

Il giovane inizia a cantare.

Ragazza.    Signore, Signore…
Ragazzo.   Sì, sono un signore. E mi chiamo… Come mi chiamo infatti?..
Ragazza.    Il treno da Berlino per Hannover arriva alle 15.00.
Ragazzo.    Mi chiamo Erich.
Ragazza.    Mi fa piacere per lei.
Ragazzo.    Signorina, non attacchi la cornetta! Per piacere! Ancora una domanda, ancora una!
Ragazza.    Prego.
Ragazzo.    Il mio nome è Erich.
Ragazza.    Ho capito. La sua domanda.
Ragazzo.    Il suo nome?
Ragazza.    Lei sta occupando la linea in modo inappropriato, signore.
Ragazzo.    Erich.
Ragazza.    Questo è un centralino per le informazioni.
Ragazzo.    Ed infatti sto domandando.
Ragazza.    L’ascolto.
Ragazzo.    Come si chiama?
Ragazza.    Mi scusi, non ho il permesso di intrattenere conversazioni personali. Addio.
Ragazzo.    Stop, stop! A che ora arriva il treno da… da Dusseldorf?
Ragazza.    Per Hannover?
Ragazzo.    Sì sì, certo.
Ragazza.    Un minuto.
Ragazzo.    Non canterò più, non si preoccupi. Ecco, anche ora non canterò. Piuttosto, le dirò… Posso? Mi è così piaciuta la sua voce… Davvero. Quanto calore familiare, quanta serenità trasmette. .. Una voce del genere non l’avevo mai sentita…
Ragazza.    Signore…
Ragazzo.    Erich.
Ragazza.    Erich.
Ragazzo.    Grazie, mille grazie.
Ragazza.    Il suo treno arriva alle 19.43.

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Quadretto terzo


IN PASTICCERIA



Personaggi:
Uomo – oltre i 60 anni.
Donna – sui 60 anni.


Una donna entra nella pasticceria

Donna.    Salve Zina. Come sta?
Commessa.    Buongiorno, Anna. Da ieri non è cambiato nulla: lavoro, lavoro, lavoro. Per lei, come sempre, croissant e caffè?
Donna.    No, oggi voglio cambiare. Mi dia, per piacere, questo dolce.
Commessa.    Anna, è successo qualcosa? Da quando lavoro qui non l’avevo mai vista mangiare nemmeno una volta un dolce.
Donna.    Ho semplicemente voglia di qualcosa di zuccherato. Me lo nego sempre.. I medici dicono che è dannoso..
Commessa.    Allora, forse, non vale la pena?
Donna.    No, no, ho deciso.
Commessa.    E’ una festa particolare?
Donna.    Non la definirei una festa.
Commessa.    Sono pochi quelli che mangiano dolci per tristezza. Evidentemente lei ha in mente un un evento.
Donna.    Sì, forse, si può definirlo un evento.
Commessa.    Se non vuole, può non parlarne. Tre e cinquanta.
Donna.    Oggi è il mio compleanno, Zina.

Nella pasticceria entra un uomo

Commessa.    Davvero? Dice sul serio? No, no, non deve pagare. Lei è un nostro cliente abituale, non prenderò un euro!
Donna.    Questo giorno per me già da tempo non è più una festa. Mi ricorda solo l’inesorabile avvicinarsi della vecchiaia, nulla di più. Dunque è meglio che paghi.
Uomo.    Buongiorno, carissime. Di quale vecchiaia si parla? Non della mia, forse? Lasciate, sono ancora un giovanotto sebbene…. Non ci credete? Come state, Anna?
Donna.    Tutto bene – grazie a Dio.
Uomo.    Cosa avete nel piattino?
Donna.    Una pasta, non vedete?
Uomo.    Zina, dai anche a me qualcosa di dolce. Il tempo fuori è brutto, per questo si può anche bere, peccato che non si possa farlo da te.
Commessa.    Sì, oggi si potrebbe anche bere.
Uomo.    Per i tuoi clienti dovresti sempre avere da bere. Ma cosa? L’hai nascosto da qualche parte? Ora sarebbe utile.
Commessa.    Il negozio è dietro l’angolo, potreste anche farci un salto.
Uomo.    Nulla da fare, si dovrà uscire da questa situazione davvero infelice.

L’uomo prende dalla borsa una bottiglia di vino, la mette sul tavolo.

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Quadretto quarto


NEL PARCO


Personaggi:
Kristina: oltre i trenta
Silvia: oltre i trenta


Calda serata estiva. Nel parco è seduta una donna –
Kristina.    Senza fretta, prende un pacchetto di sigarette, inizia a fumare.



Piccola pausa.


Compare Silvia. Si avvicina a Kristina, la guarda.

Silvia.    Salve.

Kristina, quasi senza sollevare il viso, le fa un cenno.

Silvia.    Posso sedermi?
Kristina.    Prego.

Silvia si siede.


Piccola pausa.

Silvia.    E’ una bella giornata oggi.
Kristina.    Bella, sì.
Silvia.    Sembra che la tempesta di ieri non ci sia stata affatto.
Kristina.    Già.
Silvia.    Mi offrirebbe una sigaretta?
Kristina.    Certo.

Kristina le porge una sigaretta. Silvia inizia a fumare

Silvia.    In genere non fumo. Quasi non fumo - due o tre volte l’anno, non di più. Ma oggi mi è venuta voglia, non so perché. Oggi è un giorno…
Kristina.    Come?
Silvia.    Triste.
Kristina.    Può darsi.
Silvia.    Abita lontano da qui?
Kristina.    Abbastanza lontano.
Silvia.    Anche a me piace questo parco. Io vivo qui vicino... Ma ci verrei anche se abitassi in periferia.
Kristina.    E difatti io …
Silvia.    Mi perdoni, la sto importunando con le mie chiacchiere?
Kristina.    Un po’.
Silvia.    Dovevo chiederle il permesso.
Kristina.    Se mi disturbasse, glielo direi.
Silvia.    E’ strano.
Kristina.    Cosa?
Silvia.    L’ho vista ed ho pensato: ecco una donna con la quale è piacevole parlare o tacere. Il suo viso attrae, c’è qualcosa nel suo volto che mi ha affascinato… Non capita spesso di incontrarne uno simile.

Kristina solleva gli occhi, a lungo e con attenzione guarda Silvia.


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